bisogna prestare molta attenzione alle differenze tra il bonus mobili, che viene prorogato anche per il 2025 anche se con un tetto di spesa di 5.000 euro, e il buono elettrodomestici
nel primo caso (bonus mobili):
ci troviamo di fronte a una detrazione d’imposta del 50% della spesa sostenuta fino a un massimo di 5.000 euro che può essere sfruttata in dichiarazione dei redditi in dieci quote annuali di pari importo
il presupposto imprescindibile – come sempre – è che la spesa per arredi ed elettrodomestici sia necessariamente collegata a lavori di recupero del patrimonio edilizio (manutenzioni straordinarie o ristrutturazioni)
riconfermati i requisiti che devono avere i grandi elettrodomestici nuovi per essere agevolati: classe energetica non inferiore classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica
nel secondo caso (bonus elettrodomistici):
contributo economico per rottamare vecchi elettrodomestici da sostituire con l’acquisto di nuovi ad elevata efficienza energetica non inferiore alla nuova classe energetica B, con contestuale smaltimento dell’elettrodomestico sostituito
il contributo può essere concesso in misura non superiore al 30% del costo di acquisto dell’elettrodomestico e comunque per un importo non superiore a 100 euro per ciascun elettrodomestico, elevato a 200 euro se il nucleo familiare dell’acquirente ha un Isee inferiore a 25mila euro annui
il vincolo, però, è che il contributo sia utilizzabile per l’acquisto di un solo elettrodomestico
bisognerà comunque attendere il decreto del ministero delle Imprese e made in Italy (Mimit) che, entro i primi 60 giorni del 2025, dovrà stabilire i criteri, le modalità e i termini per l’erogazione